martedì 13 aprile 2010

La visite 1955



La prima prova registica di Truffaut, è un cortometraggio in 16 millimetri, muto, in bianco e nero dal titolo "La visite", (alcuni testi scrivono: "Une visite"). Il film è impresso su una pellicola che l'amico Robert Lachenay (per l'occasione, suo produttore) gli ha procurato. Si tratta di un lavoro fra amici: Jacques Rivette lo aiuta per la fotografia, Alain Resnais col montaggio, Doniol-Valcroze gli presta il suo appartamento per le riprese, e sua figlia Florence recita una piccola parte. (La bimba compare anche nella scena delle marionette ne: "I 400 colpi")

Riporto qui di seguito le parole esatte di Truffaut in merito al film:
" La storia è quella di un ragazzo che cerca una camera tramite gli annunci sui giornali. Una ragazza risponde per telefono, egli arriva al suo appartamento con la valigia; entra e cade lungo disteso sul pavimento, cosa che fa ridere la ragazza. Lei ha un fratello (io ero il solo a sapere che era suo fratello, lo spettatore non capiva niente); il fratello è malamente sposato e arriva per affidare la figlia di 5 anni alla sorella. Dunque nell'appartamento ci sono, il nuovo locatario, la ragazza e la bambina (Florence, Con cui scopre il piacere di far recitare i bambini)".
Uso le sue parole perché ho trovato trame discordanti: per alcuni l'uomo che va a trovare la ragazza non è il fratello ma il cognato, e la corteggia anche lui, quindi il solo modo per evitare incertezze era farselo raccontare dal regista stesso.

Il solito senso ipercritico del regista si scaglia contro il suo primo film, che egli definisce brutto.
Per reazione ai film amatoriali di allora che erano pieni di sangue, ha voluto girare un film: "nel quale tutto fosse molto bianco e molto chiaro, perché potesse assomigliare ad una commedia di Cukor. Era assurdo: volevo fare un film di dialoghi, dal momento che non c'era il sonoro!"
Poche parole che bastano per indovinare l'anticonformismo di chi rifiuta di adeguarsi al gusto corrente e preferisce volgere lo sguardo al passato, al cinema classico e a quel che di buono ha prodotto. Questo non preclude il suo gusto per la ricerca e l'avventura, che a tratti lo spinge verso l' impossibile, cioè voler fare un film di dialoghi senza il sonoro!

Si pensò a lungo che il film fosse andato perduto, poi a inizio anni ottanta comparve la copia che Lachenay aveva regalato a Truffaut e che questi aveva fatto registrare su una pellicola da 35 millimetri.

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