"Les Mistons"[I monelli] 1958, è il primo film realizzato da "LES FILMS DU CARROSSE" (Il nome della casa di produzione è un omaggio di Truffaut a Jean Renoir, noto regista, e al suo: "La carrosse d'or" del 1953, nel quale recita anche Anna Magnani.). Si tratta di una società di produzione nata grazie alla partecipazione in termini economici, del futuro suocero del regista, il padre di Madelaine Morgenstern. La cosa volge in favore di una maggiore libertà creativa, permettendogli di investire su film nuovi rispetto alla voga del tempo, che perciò erano sperimentali e in un certo senso, rischiosi, anche se si tratta di film a basso budget, quindi anche in caso di fiasco, la perdita non sarebbe stata troppo importante.
Il film riceve al festival di Bruxelles il premio miglior regia, possiamo quindi considerarlo il primo vero passaggio dal lavoro di critico a quello di regista. Si tratta ancora di un cortometraggio ed è in bianco e nero, come "La visite". Per la prima volta Truffaut adatta un testo letterario, si tratta di :"Virginales" novelle di Maurice Pons. (Lo scrittore compare nella parte finale de: "I 400 colpi" fra i visitatori al riformatorio)
Il suo metodo di adattamento, consiste in un processo di condensazione, che significa sostanzialmente, leggersi tutto dell'autore (così che per un "problema Pons" ci sia una soluzione Pons) per restituirne lo spirito e non necessariamente la precisione stilistica (abolisce quindi il procedimento "inventare senza tradire" dei due sceneggiatori più in voga negli anni cinquanta: Aurenche e Bost, che per rendere sullo schermo parti di romanzo non girabili, finivano col riscriverne delle parti, e secondo Truffaut, trattandosi di adattamenti di artisti quali: Radiguet, Bernanos, Stendhal o Gide, la cosa era particolarmente scandalosa, tanto che a suo avviso i due si rendevano autori di: "Poca invenzione e molto tradimento"). Ovviamente, in linea con la sua idea di realizzare dei "film d'autore", il film diventa ogni volta un' occasione per il regista di arricchire l'opera con la sua percezione del mondo, finendo così con l'incastrare il proprio essere a quello dello scrittore, così che il lavoro finale sia più di una mèra mise en scène del testo di un'altro, e il cinema non sia più considerato un sottoprodotto della letteratura. Finito di girare, scrive una lettera a Pons avvertendolo di aver reso l'opera talmente sua che forse faticherà a riconoscercisi.
In questo lavoro anticipa molte delle tematiche base del più maturo Truffaut: La crudeltà dell'infanzia, l'amore e il carattere fugace della felicità, la fuga del tempo, l'instabilità della coppia, oltre che la tendenza ad usare il messaggio epistolare e scritto per rivelare segreti, echi del mondo privato e intimo del personaggio e, indirettamente del regista.
TRAMA: Bernadette Jouve (Bernadette Lafont) è amata dal suo fidanzato, Gérard (Gérard Blain), che è un insegnante di educazione fisica, e da cinque ragazzini, Les mistons (I monelli) che guardandola passare per strada, ne sono attratti e, capita l'impossibilità di vedere realizzato il loro desiderio, iniziano a farsi aggressivi verso il comune "nemico", la ragazza. Le loro invettive si limitano a scritte sui muri, inseguimenti, tentativi di spaventarli, e infine una cartolina indirizzata alla ragazza, ma al ritorno dalle vacanze, troveranno un'amara sorpresa. Apprenderanno da un giornale che Gérard, partito per tre mesi in montagna, è morto in un incidente. Quindi il fato ha operato la vendetta sognata dai ragazzi, ma vedere Bernadette in lutto, triste e assente, è per loro motivo di amarezza. In qualche modo, con la morte di Gérard, muore la loro infanzia e inizia l'adolescenza. Per Bernadette, è la fine delle illusioni, e forse non a caso, nel penultimo film di Truffaut, "La femme d'à còté" troveremo un'altra Mme Jouve, ma è una donna matura.
In comune con la giovane di "Les mistons", Mme Jouve ha il tennis: la prima ci gioca, la seconda gestisce un club. Altro punto in comune: sono sole, lasciate dal loro uomo, la giovane è stata lasciata per cause di forza maggiore, la morte! Mme Jouve invece, si trova sola perché il suo uomo non è più tornato dalla nuova Caledonia, sposando un'altra. Se fossero poesia, questi due personaggi finirebbero col rappresentare i due stadi della vita narrati da William Blake nelle sue "songs..."la giovane Jouve, sarebbe una "song of innocence", che è la poesia della gioventù, delle speranze, della confidenza nel futuro. Nel film la ragazza ci è raccontata da uno dei Mistons, che rivive il passato, ed è come se Bernadette non avesse voce su un destino che in fondo non è ancora in grado di comprendere e gestire.
In comune con la giovane di "Les mistons", Mme Jouve ha il tennis: la prima ci gioca, la seconda gestisce un club. Altro punto in comune: sono sole, lasciate dal loro uomo, la giovane è stata lasciata per cause di forza maggiore, la morte! Mme Jouve invece, si trova sola perché il suo uomo non è più tornato dalla nuova Caledonia, sposando un'altra. Se fossero poesia, questi due personaggi finirebbero col rappresentare i due stadi della vita narrati da William Blake nelle sue "songs..."la giovane Jouve, sarebbe una "song of innocence", che è la poesia della gioventù, delle speranze, della confidenza nel futuro. Nel film la ragazza ci è raccontata da uno dei Mistons, che rivive il passato, ed è come se Bernadette non avesse voce su un destino che in fondo non è ancora in grado di comprendere e gestire.
Veronique Silver -Mme Jouve La signora della porta accanto |
La seconda Jouve sarebbe invece, in ottica blakiana, una "song of experience", quindi forgiata dall'esperienza della vita, che inevitabilmente l'ha cambiata, rendendola più prudente, tanto che, quando il suo ex amante annuncia una sua visita, dopo tanti anni, lei non si fa trovare. Non vuole che l'uomo la veda zoppa, non vuole che sappia di quel tentato suicidio che le fu quasi fatale. Diverso il caso per Mathilde e Bertrand (Fanny Ardent e Gerard Dépardieu) che, ripetendo un errore del passato, finiranno col morirne, rendendo ancora più preziosa la figura di Mme Jouve, voce narrante (il contrario rispetto a Les mistons), nonché la sola ad aver conosciuto e compreso il dramma dei due amanti.
Scena finale di "La signora della porta accanto" (Clicca sulla scritta per vedere il video)
"ni sans toi ni avec toi" è l'epitaffio che Mme Jouve vorrebbe per "ces deux la" ma nessuno gli chiederà mai un parere. Infine, come Jim e Kate (Jules et Jim) i due non saranno tumulati insieme.
"ni sans toi ni avec toi" è l'epitaffio che Mme Jouve vorrebbe per "ces deux la" ma nessuno gli chiederà mai un parere. Infine, come Jim e Kate (Jules et Jim) i due non saranno tumulati insieme.
Tornando a Les mistons, il film ha una struttura circolare, inizia con la ragazza che corre in bicicletta lungo una via le cui luci e ombre sono molto marcate (anticipando il dramma che seguirà), e finisce con lei che cammina fissando il vuoto ed è vestita a lutto. In entrambe i casi, spettatori curiosi e distanti: I monelli. Noto per altro che anche in Jules et Jim ci sono almeno due scene in cui i protagonisti si muovono in bicicletta (in curva) come Bernadette, e anche il loro amore finirà in tragedia, solo che in quel caso è una tragedia organizzata a tavolino dalla vendicativa Kate, cosa che ci rimanda di nuovo a "La femme d'à còte" e alla massima: "ni sans toi ni avec toi" che a ben vedere, sarebbe una massima giusta anche per Jim e Kate.
Sopra "Les Mistons"
Sotto "Jules et Jim"
Vediamo ora il ruolo ricoperto dal messaggio scritto nel film:
La scrittura in questo film assume il ruolo di arma: Constatata l'impossibile realizzazione dei propri desideri nei confronti di Bernadette, i ragazzini si vendicano scrivendo sui muri che la ragazza si è fidanzata con Gérard. Scrittura incerta, come accade a chi vive la fase di apprendimento del codice linguistico. Il loro gesto non porta conseguenze di alcun tipo, e la scrittura risulta quindi un'arma del tutto inefficace, privo di effetti per entrambi. (non sarà così per Antoine Doinel, di "i 400 colpi" punito per aver scritto sul muro della scuola, ma lo vedremo meglio a suo tempo)
http://www.the-plumebook-cafe.com/un-coeur-virginal/ |
I vari tentativi compiuti dai monelli, di spaventare, o irritare la coppia, falliscono tutti, e in un caso uno di loro si becca anche uno schiaffo (Come Antoine Doinel: In classe, da suo padre che ha scoperto la menzogna da lui raccontata all'insegnante, cioè che la madre è morta, e in riformatorio, per non aver rispettato una regola, in entrambe i casi si tratta di un potere autoritario e superiore che inibisce l'autonomia e il potere del ragazzo rispetto a un adulto). L'attacco finale dei mistons è: una cartolina che ritrae un uomo che bacia una donna sulle spalle. [foto a inizio blog] Il loro intento è di spedirla alla ragazza per offendendola. Tutti e cinque firmano l'immagine, affermando così la propria identità e assumendosi piena responsabilità (o secondo il loro punto di vista: merito) del loro operato.
Questa cartolina è la prima citazione di Balzac nell'opera di Truffaut. Si tratta nello specifico di "Le lys dans la vallée", il giglio nella valle, uno dei rari romanzi Balzachiani dai toni marcatamente autobiografici e ambientato in provincia (Negli altri romanzi usa soprattutto Parigi per mettere in scena la sua comédie). Truffaut, secondo la testimonianza dell'amico Lachenay, rimase da subito folgorato da questo romanzo sull'amore puro, quindi irrealizzabile. Felix de Vendenesse aveva baciato il suo "giglio" sulla spalla, e quel bacio era diventato il simbolo di un amore impossibile, perché lei era sposata. Allo stesso modo, Bernadette è un amore impossibile per loro. Il romanzo sarà ancora citato in "Baci Rubati" del 1968, quando Antoine Doinel, invaghito della moglie di Tabard,(mercante di scarpe che ha pagato un'agenzia investigativa per scoprire se la moglie lo tradisce. Doinel, pur essendo l'investigatore, si innamora di lei, si incontrano e a un regalo di lei unito a un breve messaggio, lui risponde con una lettera colma di desiderio e dell'impossibilità di realizzarlo perché lei è sposata. Doinel vuole ricreare una situazione letteraria elevata, nobile, per quanto... fuori luogo, tanto che gli esiti saranno diametralmente opposti, e l'amore fra i due verrà consumato.)
La risposta a questa cartolina dei mistons, è un foglio di giornale, scrittura "ufficiale" e definitiva che annuncia la morte del giovane ragazzo. Per i monelli è come un risveglio amaro. La voce off che per tutta la durata del film, ci racconta quel che era accaduto, si giustifica dicendo che in loro c'era curiosità e non cattiveria. Quindi Bernadette è ricordata con pena più che con imbarazzo. In ogni caso, quell'evento segna il passaggio per i ragazzi allo stato adolescenziale, e quindi rappresenta anche la morte della loro infanzia, della loro purezza, giacché hanno appreso la natura estremamente fugace della vita e ancor più, dell'amore, che ai loro occhi incarna comunque una fonte di mistero e forte desiderio.
Ultima forma di scrittura citata nel film: La lettera mancata: la parola d'amore impedita dalla morte. Un attimo prima della partenza del treno dalla stazione, Gérard aveva promesso alla fidanzata di scrivergli spesso e di sposarla al ritorno... non accadrà mai. In più di una circostanza, Truffaut filma coppie che si salutano in prossimità di un treno, promettendosi lettere o messaggi scritti che poi non si invieranno mai. Penso a Claude Roc e Muriel di "Le due inglesi e il continente" (1971) che si erano promessi di scriversi pagine di diario da scambiarsi dopo l'anno di separazione forzata che i genitori avevano voluto per loro, ma di li a poco Claude romperà il tacito patto, lasciando la ragazza in uno stato di profonda disperazione. L'impressione che se ne ricava, è che il messaggio d'amore scritto non ha forse la forza necessaria per sopravvivere alla lontananza fisica.
Detto questo, non possiamo non sottolineare che Les Mistons è, prima di ogni altra cosa, il film di un cineasta che ama il cinema. La citazione è un atto tutt'atro che raro per la Nouvelle Vague. Lo si fa per dimostrare di avere ormai appreso a padroneggiare la cultura della loro arte, tanto da essere pronti ad un cinema nuovo e moderno, e proprio nel 1960, cioè un anno dopo la nascita della nouvelle vague, la storia del cinema data il passaggio dal sonoro al cinema moderno.
Le citazioni in questo film sono davvero tante. Pensiamo in principio al gioco dei bambini...il verbo inglese "to play" equivale nella traduzione al nostro "recitare", e lo stesso dicasi per il francese "jouer" che significa appunto, "recitare", così come "suonare". Quindi attraverso il gioco dei bambini, mima generi cinematografici precisi: il cinema USA, cioè le gangster's story, i western... e gli indiani, i soldati ... ma anche il cinema Francese, a partire dalle sue origini. Truffaut ripropone una scena che evoca "L'arroseur arrosée" Dei Lumières, quella dell'uomo che finisce col bagnarsi con un tubo, quindi la nascita del genere comico! Eppoi... Jean Renoir, per la messa in scena, Jean Vigo (Zéro de conduite) per la disobbedienza dei ragazzini, che qui rimane impunita (ma non lo sarà in "I 400 colpi"!) e poi Rivette "Le coup du berger" citato direttamente nella scena dei baci al cinema (i bambini vanno al cinema, e lo faranno anche Antoine e René nel film successivo). Delannoy, mal-trattato perché il suo "chiens sans collier", storia che intende trattare di criminalità infantile ma che, avvalendosi del divo Jean Gabin, finisce con l'incentrare tutta la storia sull'uomo di legge, quindi il film non parla più dei ragazzi, ma dei metodi "ufficiali" per recuperarli, e diventa un film "ideologico", o anche "moralizzatore",Truffaut vuole invece un film in cui i bambini siano i veri protagonisti, e vuole che parlino la loro vera lingua e non quella degli adulti. Nel film i monelli strappano la locandina di Delannoy e gli fanno il verso con una canzoncina: "colliers perdus sans chiens" cosa che il regista non prese affatto bene!
Les Mistons -Scena iniziale. (Prima avevo allegato tutto il film, ma poi you tube l'ha rimosso, quindi devo adattarmi. Comunque è un bel film e spero vi capiti di vederlo.)
... Si noti l'immagine tremula, quasi da vertigine con cui ci è reso il vagare della ragazza in bicicletta. La Nouvelle Vague vuole far sentire la M.d.p. (macchina da presa), cosa che contrasta apertamente con la tendenza Hollywoodiana e anche francese, che era quella di non far sentire la camera, di illudere il pubblico che tutto fosse vero. Ma il cinema è finzione oltre che consapevolezza, ed è tempo che anche il suo pubblico se ne renda conto.
... Si noti l'immagine tremula, quasi da vertigine con cui ci è reso il vagare della ragazza in bicicletta. La Nouvelle Vague vuole far sentire la M.d.p. (macchina da presa), cosa che contrasta apertamente con la tendenza Hollywoodiana e anche francese, che era quella di non far sentire la camera, di illudere il pubblico che tutto fosse vero. Ma il cinema è finzione oltre che consapevolezza, ed è tempo che anche il suo pubblico se ne renda conto.
Malena - G. Tornatore. qui invece un link di "Malena" di Giuseppe Tornatore. (2000) Come in Les Mistons una voce off, che è quella di un uomo che ricorda della sua infanza, quindi della guerra, ma anche e soprattutto di una donna di cui lui e i suoi amici si erano invaghiti, Malena (Monica Bellucci). Nel filmato che allego, c'è una scena che mi ha fatto pensare a Les mistons, cioè quella in cui lei attraversa a piedi la strada e i ragazzi, seduti in fila su un muro la osservano con evidente desiderio. Certo, per Tornatore l'esito è molto diverso. Malena si ricongiungerà al marito grazie a quel ragazzino che trova il modo di fargli sapere di sua moglie. Comunque è bello scorgere l'esistenza di parte di un tipo di cinema all'interno di un' altro cinema.
Come per "les mistons", in "Malena" non mancano pezzi in cui i ragazzi siedono e osservano Bernadette che cammina, la differenza è che qui i ragazzi sono più grandi d'età e che solo uno di loro è innamorato davvero della donna, comunque guardando determinate scene, mi è capitato di pensare spesso a "les mistons".
www.openculture.com Grazie a Lidia Borghi per la segnalazione di questo link in cui è possibile vedere il film per intero.
www.openculture.com Grazie a Lidia Borghi per la segnalazione di questo link in cui è possibile vedere il film per intero.
Ciao, ti segnalo che qui (http://www.openculture.com/2012/02/truffauts_les_mistons_1957.html) è possibile visionare per intero il corto di F.T. Grazie per la recensione, che mi è stata molto utile per osservare questo lavoro da un punto di vista critico.
RispondiEliminaLidia
Grazie a te Lidia. Ho aggiunto il tuo link nel post, così che sia consultabile semplicemente cliccandoci sopra. Purtroppo nei commenti i link non si azionano. Grazie a te per la partecipazione. Queste cose hanno più senso se vengono condivise. Ciao!
RispondiEliminavedo che hai un blog anche tu. Appena ho tempo approfondisco, mi sembra interessante.
RispondiEliminawww.lindaborghi.blogspot.it per chi volesse...
(Conviene fare il copia-incolla dell'indirizzo sulla barra!)
Grazie a te, Luisa. Il post originale che parla di Les Mistons può essere letto qui (http://www.cortometraggiblog.it/), un luogo privilegiato per approfondire, nel nostro piccolo, il bellissimo mondo del cortometraggio. Tornando al tuo blog, sono contenta di averlo rinvenuto in rete. Poche sono le realtà che parlano del maestro Truffaut e il tuo blog ne approfondisce davvero moltissimi aspetti poco noti ai più. Complimenti
EliminaLidia
Grazie Lidia. Volevo provare a fare qualcosa di più specifico, ma con umiltà. Truffaut è un personaggio immenso.Non se ne sa mai abbastanza. Aggiungo questo sito fra i siti amici, a sinistra!
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