E' un giorno freddo e innevato, qui come a Parigi, caro François. Eppure sarebbe semplicemente emozionante saperti in vita e prossimo a festeggiare il tuo ottantesimo compleanno con la tua famiglia, i tuoi amici, i tuoi figli e chissà chi altro.
Sono già passati ventotto anni di non vita, ma noi siamo ancora qui a vedere i tuoi film, ad ascoltare le tue interviste, a leggere i tuoi libri. Qualcuno ha detto che non è la morte che uccide ma la dimenticanza, quindi non sei morto, non il tuo animo, che si era ben nascosto nelle tue opere, ed esse sono ancora molto viventi.
C'est un jour froid et plein de neige, ici comme à Paris, cher François, pourtant, ce serait simplement touchant de te savoir vivant et en train de fêter proprement ton quatre-vingtième anniversaire avec ta famille, tes amis, tes fils et n'importe qui.
"... Truffaut, che volevo proprio salutare per via di una serie di affinità elettive scoperte in quest'ultimo anno!... Vagare nel mondo dei morti mi ha dato pace e raccoglimento, ed è strano perché di solito, dopo essere stata in luoghi simili, me ne torno a casa con grossi magoni appiccicati addosso."
"...Mi é capitato di sentirmi un po' ridicola nel vagare in un cimitero con una cartina alla mano! Non sono miei parenti, non li ho conosciuti in vita. Che senso ha? mi chiedevo, scambiando strani sguardi con gli altri turisti (pochi in verità), o peggio con chi andava lì per salutare un parente prossimo.
Sono tornata da Truffaut come dicevo, e di nuovo ho faticato a trovarlo anche se lo avevo sotto gli occhi!
E' molto raro trovare fotografie su una lapide, anche fra i deceduti contemporanei, quindi nel caso del regista (come in molti altri casi) tutto si riassume in una lastra di marmo scura con su scritto: Nome, Cognome, le due date che come parentesi sintetizzano numericamente tutta una vita: François Truffaut (Parigi, 6 febbraio 1932 – Neuilly-sur-Seine, 21 ottobre 1984) un giglio, qualche altro fiore, e dei biglietti con un sasso sopra per evitare che volassero via. Ho subito pensato che il regista avrebbe apprezzato questo tipo di atteggiamento "cartaceo" e "ultraterreno" in suo onore. Avrebbe apprezzato un po' meno l'ovvietà dei contenuti, giacché amava parlare di cinema soprattutto con esperti, ma questo poco importa. In un posto stracolmo di morti, lui é uno dei pochissimi che ancora riceve messaggi scritti, quindi uno dei pochi che in quel cimitero ancora vive realmente nella memoria collettiva."
"...Viaggiare é un po' morire, avevo scritto nell'altro post... e ora scopro che c'é tanta gente che lascia un biglietto da viaggio a chi li ha fatti viaggiare con la mente, gente che al momento é in viaggio verso il nulla. Mi viene il mal di testa anche solo a pensarci, ma questo é... andare per cimiteri "mitici" come li chiama Ligabue, serve a trovare la dimensione umane di persone che fino a ieri erano astratte, solo pagine di libri e oggi, rinchiusi in una tomba, stanno lì a ricordarci che anche loro hanno avuto un corpo, anche loro sono morti, e noi li andiamo a cercare perché ci siamo identificati almeno una volta con quello che hanno scritto e pensato, e questo a mio avviso, ce li rende più vicini rispetto a certe persone che in comune con noi hanno forse un cognome, e una parentela lontana, ma che non ci hanno lasciato nulla. Puo' succedere che anche chi ti ha lasciato tutto, cioé la vita, una volta passato altrove, si trasformi nell'ombra di miliardi di parole non dette, che rimarranno nella mente fino al tuo ultimo respiro per tormentarti anche se sai che erano parole indicibili perché non sarebbero state in alcun modo recepite, quindi a differenza di chi ha fatto la storia degli uomini, queste parole moriranno con te"
http://pariscestmonpari.blogspot.com/2009/08/cimiteri-mitici.html
Il 23 agosto del 2009, dopo un giorno trascorso a vagare per cimiteri, ho scritto un post dal titolo "Cimiteri mitici". Era il mio primo blog, nato a Parigi, al 5° piano di un edificio che mi rimarrà sempre nel cuore, così come tutto quel periodo per lo meno surreale della mia esistenza. Lo ripeto spesso, troppo spesso perché non vi si nasconda qualcosa di essenziale, ma questo è un discorso personale, e sono certa non interessi a nessuno.
Allora il blog su Truffaut non esisteva. Non pensavo che ne avrei creati così tanti! Anche perché non ci capivo quasi nulla, però noto a posteriori che fra tutte le personalità che ho incrociato in questi cimiteri (tutti morti! Non esattamente un'allegra compagnia, ma di altissimo livello umano) al regista ho dato molto più spazio che ad altri, sui quali avrei forse avuto molte più cose da scrivere. E' inesprimibile quello che ho sentito, non perché non conosca le parole, ma perché come ho detto, dovrei scomodare fatti personali.
Per chi volesse leggere il resto di questi frammenti, il link l'ho postato qua sopra.
Come si conclude un blog di questo tipo?
Non lo concludo...
Mi scuso per l'uso del francese. Non lo faccio mai ed ho sempre paura di scrivere scemenze, ma sta volta mi andava.
Joyce imparò la lingua di Ibsen per scrivergli una lettera di ammirazione, e il fatto singificherà pure qualcosa!
Interview de François Truffaut
Vinght-huit ans de non-vie sont passés, mais nous sommes encore ici à voir tes films, à écouter tes entretiens, à lire tes livres. Quelqu'un a dit que ce n'est pas la mort qui tue mais l'oubli, purtant
t'es pas mort, pas ton esprit qui s'était bien caché dans tes oeuvres, qui sont toujours assez vivantes.
A pochi passi dalla tomba di Truffaut. Cimitero Montmartre. |
"... Truffaut, che volevo proprio salutare per via di una serie di affinità elettive scoperte in quest'ultimo anno!... Vagare nel mondo dei morti mi ha dato pace e raccoglimento, ed è strano perché di solito, dopo essere stata in luoghi simili, me ne torno a casa con grossi magoni appiccicati addosso."
"...Mi é capitato di sentirmi un po' ridicola nel vagare in un cimitero con una cartina alla mano! Non sono miei parenti, non li ho conosciuti in vita. Che senso ha? mi chiedevo, scambiando strani sguardi con gli altri turisti (pochi in verità), o peggio con chi andava lì per salutare un parente prossimo.
Sono tornata da Truffaut come dicevo, e di nuovo ho faticato a trovarlo anche se lo avevo sotto gli occhi!
E' molto raro trovare fotografie su una lapide, anche fra i deceduti contemporanei, quindi nel caso del regista (come in molti altri casi) tutto si riassume in una lastra di marmo scura con su scritto: Nome, Cognome, le due date che come parentesi sintetizzano numericamente tutta una vita: François Truffaut (Parigi, 6 febbraio 1932 – Neuilly-sur-Seine, 21 ottobre 1984) un giglio, qualche altro fiore, e dei biglietti con un sasso sopra per evitare che volassero via. Ho subito pensato che il regista avrebbe apprezzato questo tipo di atteggiamento "cartaceo" e "ultraterreno" in suo onore. Avrebbe apprezzato un po' meno l'ovvietà dei contenuti, giacché amava parlare di cinema soprattutto con esperti, ma questo poco importa. In un posto stracolmo di morti, lui é uno dei pochissimi che ancora riceve messaggi scritti, quindi uno dei pochi che in quel cimitero ancora vive realmente nella memoria collettiva."
"...Viaggiare é un po' morire, avevo scritto nell'altro post... e ora scopro che c'é tanta gente che lascia un biglietto da viaggio a chi li ha fatti viaggiare con la mente, gente che al momento é in viaggio verso il nulla. Mi viene il mal di testa anche solo a pensarci, ma questo é... andare per cimiteri "mitici" come li chiama Ligabue, serve a trovare la dimensione umane di persone che fino a ieri erano astratte, solo pagine di libri e oggi, rinchiusi in una tomba, stanno lì a ricordarci che anche loro hanno avuto un corpo, anche loro sono morti, e noi li andiamo a cercare perché ci siamo identificati almeno una volta con quello che hanno scritto e pensato, e questo a mio avviso, ce li rende più vicini rispetto a certe persone che in comune con noi hanno forse un cognome, e una parentela lontana, ma che non ci hanno lasciato nulla. Puo' succedere che anche chi ti ha lasciato tutto, cioé la vita, una volta passato altrove, si trasformi nell'ombra di miliardi di parole non dette, che rimarranno nella mente fino al tuo ultimo respiro per tormentarti anche se sai che erano parole indicibili perché non sarebbero state in alcun modo recepite, quindi a differenza di chi ha fatto la storia degli uomini, queste parole moriranno con te"
http://pariscestmonpari.blogspot.com/2009/08/cimiteri-mitici.html
Messaggio per il regista, sulla sua tomba. |
Allora il blog su Truffaut non esisteva. Non pensavo che ne avrei creati così tanti! Anche perché non ci capivo quasi nulla, però noto a posteriori che fra tutte le personalità che ho incrociato in questi cimiteri (tutti morti! Non esattamente un'allegra compagnia, ma di altissimo livello umano) al regista ho dato molto più spazio che ad altri, sui quali avrei forse avuto molte più cose da scrivere. E' inesprimibile quello che ho sentito, non perché non conosca le parole, ma perché come ho detto, dovrei scomodare fatti personali.
Per chi volesse leggere il resto di questi frammenti, il link l'ho postato qua sopra.
Come si conclude un blog di questo tipo?
Non lo concludo...
Mi scuso per l'uso del francese. Non lo faccio mai ed ho sempre paura di scrivere scemenze, ma sta volta mi andava.
Joyce imparò la lingua di Ibsen per scrivergli una lettera di ammirazione, e il fatto singificherà pure qualcosa!
Interview de François Truffaut
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