sabato 21 luglio 2012

Ceci tuera cela? 35 mm addio.

Il libro. 
Ceci tuera cela, è il titolo di uno dei capito di "Nostra signora di Parigi", romanzo di Victor Hugo, datato 1831. A quest'opera si deve la sopravvivenza della nota cattedrale parigna, altrimenti destinata alla demolizione.  Di recente (si fa per dire, è del 1996) la Walt Disney ci si è ispirata per uno dei suoi cartoni animati più belli  "Il gobbo di Notre Dame". 

Per esigenze di "copione" hanno dovuto cambiare in modo radicale il finale della storia. La zingara Esmeralda viene uccisa in pubblica piazza. Febo, che nel cartone la sposa, nel romanzo si comporta da vile e alla fine sposa un'altra. Frollo, il terribile arcidiacono invaghito della donna e mandante della sua esecuzione, precipita dall'alto della cattedrale, morendo in malo modo davanti la cattedrale perché spinto da Quasi-modo, il gobbo deforme a sua volta innamorato della zingara. (Uomo a metà, come un marmo a metà lavorazione, che presto diventerà una statua. Il suo ruolo nel romanzo, è d'incarnare il simbolo della forza nascente, e a tratti spaventosa del popolo -nel 1830, attraverso "Le tre gloriose" la monarchia dei Borbone era morta per sempre, e in sua vece, si è istituito un nuovo potere, quello di Luigi Filippo D'Orléans, primo Re borghese della storia francese. Nel 1848 cadrà anche lui, per una rivolta popolare, ancora una!-). 
La fine di Quasimodo è forse la più drammatica. Anni dopo la morte della ragazza, nella fossa comune in cui si era soliti gettare i corpi delle persone morte per pubblica esecuzione, troveranno fra i cadaveri un uomo con la spina dorsale deforme ma non spezzata sul collo (Come succedeva a chiunque venisse impiccato). Morta la sua amata, l'ha vestita da sposa e si è ritirato con lei nel mondo dei morti, per consacrare la più mistica e grottesca fra le unioni possibili, solo che lui era ancora vivo. E' straziante! altro che lieto fine. Il romanticismo in effetti, non è che un eterno susseguirsi di morti tragiche per via dell'amore, spietato assassino. 
Lunghissima divagazione a parte, il titolo del capitolo con cui inizio il post, Hugo lo aggiunge in un secondo momento.
Gutemberg.
http://abbasnullius.blogspot.it/2011/11/la-leggenda-di-johann-gutenberg.html

Ceci sta per la stampa, che vede la luce nel periodo in cui Hugo ambienta il suo libro, cioè nel XV secolo -fra medioevo ed epoca moderna, separate, convenzionalmente dalla data in cui Colombo scopre l'America, 1492-  
Cela sta per l'architettura, la chiesa di Notre-Dame. L'immagine è soppiantata dalle lettere. Claude Frollo, punta il dito su un libro, poi verso le torri della chiesa de dice "Questa ucciderà quella". L'alfabeto ucciderà le immagini. 
Che c'entra? 
Ieri ho letto su "Il venerdi" di Repubblica del 6 luglio 2012, un articolo sul futuro del cinema, e subito ho pensato a Hugo. 

Questo il titolo dell'articolo:  
"NUOVO CINEMA DIGITALE... E LE SALE DELLE PARROCCHIE VANNO IN PARADISO"
Il 31 dicembre del 2014 -fra due anni- le pellicole da 35 millimetri (Cela) smetteranno di esistere in nome del digitale (Ceci), nel frattempo le sale cinematografiche dovranno aggiornare le loro strutture, è categorico. 
Non è un fatto nuovo nella storia del cinema. Al contrario, sembra  un destino. La stessa pellicola da 35 mm era nata per sostituire i vari formati di pellicola utilizzati fino a quel momento. Tutto ciò per facilitare la circolazione dei film fra città diverse e fra nazioni diverse. Una grande innovazione funzionale ai tempi. 
Altro esempio: Il passaggio dal muto al sonoro. Dal Bianco e nero al colore. Tanti artisti si sono trovati fuori dal mestiere da un giorno all'altro! 
THE ARTIST, a cui ho dedicato un post, insieme con HUGO CABRET, ci hanno mostrato a che livello questi cambiamenti hanno inciso sul cinema. 
http://www.francoistruffautfilm.blogspot.it/2012/02/clin-doeil-alle-origini-del-cinema.html

I tempi sono cambiati. Il cinema ha perso molta della sua componente "Artigianale" per diventare una vera e propria industria in cui - è parere di molti- Purtroppo si rischia sempre meno, per paura di investire in cose che potrebbero non interessare al grande pubblico. Snobismo a parte, non sempre "Grande pubblico" corrisponde a "Grande qualità", quindi qualcosa l'abbiamo persa. 
Nuovo cinema paradiso. 

I tempi sono davvero cambiati. Si sono praticamente rovesciati. Volendo usare ancora un esempio cinematografico per raccontare la storia: NUOVO CINEMA PARADISO ci mostra il ruolo della chiesa negli anni del fascismo (In accordo col potere politico) e post fascista (per questioni di morale) in italia. 
Oggi al contrario, con l'avvento delle multisale, paradossalmente, sono i piccoli cinema parrocchiali a permetterci di vedere pellicole che altrimenti non passerebbero sul grande schermo, almeno, non nelle città di provincia. 
La multisala in quanto tale, non è per forza un nemico. E' comoda, ogni sala ha uno schermo gigante. E' una grande casa dedicata al cinema. Però ce l'ho con chi queste "case" le gestisce. L'ultimo film-documentario BELLISSIMO che ho visto al cinema è stato quello su BOB MARLEY. 
Bob Marley film documentario. 
Meraviglia! Sala stracolma di gente. Religioso silenzio e prova tangibile che qualità e guadagni a limite possono convivere. 
Mi chiedo perché questi signori non si pongano qualche domanda quando invece le sale sono semivuote. 
Sono settimane che passo davanti ai tabelloni e non vedo un solo titolo degno di nota. 
Sono certa che se "Sacrificassero" una delle cinque sale per ri-proiettare  film del passato, anche recente - Perché tanto investimento di denaro, talenti ed energie, deve morire alla prima proiezione?- quella sala lavorerebbe parecchio. Ma loro preferiscono tenerla vuota ed alzare il prezzo del biglietto, dei pop corn e così via, come se uno andasse a mangiare e bere coca, e poi, fra una cosa e l'altra... a limite, il film!
Capita spesso di vedere in televisione moltissimi "Coming soon" che nella mia città non passano proprio. E se devo fare un bilancio, gran parte dei film interessanti che ho visto negli ultimi 20 anni, li devo al cinema Gabbiano -LINK- gestito dalla chiesa. Che strano! 
Misery non deve morire, e a maggior ragione non deve morire il cinema di natura non industriale. 
Per le migliorie di cui sopra servono ingenti capitali (70mila euro secondo l'articolo di Andrea Gaiardoni), ed è chiaro che le chiese non li hanno, e se li hanno non credo li useranno per sistemare vecchie sale da cui guadagnano quel che serve per farle sopravvivere.
Perplessa è la parola giusta.

@Luisa 


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